Il racconto teatrale di Proteo
Salve a tutti! Mi riconoscete? Sono Proteo, il mitico oracolo figlio di Oceano e Teti! I comuni mortali mi conoscono come il dio greco delle trasformazioni, capace di mutare forma continuamente … Nessun aspetto del passato, del presente e del futuro mi è ignoto: eccomi qui, per saziare la vostra smemorata curiosità!
Ma … riuscite a trattenermi? Io fuggo in volo, per mare, per terra: sono aquila, delfino, ghepardo. Agile, veloce, sinuoso, fuggo dal potere delle parole. E, per sfuggire alla parola, oggi sono diventato io stesso la parola: facile, no? La parola non può più catturarmi, perché la parola sono io.
In quanto parola, devo narrarvi qualcosa. Cosa? Beh, per iniziare potrei allietarvi con il racconto delle mie ultime vacanze nel Golfo di Policastro, splendida insenatura della Magna Grecia che bagna le coste della regione
Campania, della regione Basilicata e della regione Calabria. Non avete mai visitato il Golfo di Policastro, né avete mai ammirato la limpida meraviglia delle sue acque? Non vi siete mai preoccupati di osservare le gloriose coste di Sapri, dove, incurante dei pericoli, sbarcò il prode Carlo Pisacane? Allora, cosa aspettate? Cartina alla mano, iniziate a visitare uno per uno i tanti e diversi villaggi del Golfo di Policastro, non dimenticando la superba città di Sapri.
Questo Golfo di Policastro, questa città di Sapri, racchiudono segreti e meraviglie del buon tempo andato: senza che ve ne accorgiate, vi aiutano a rigenerarvi. Il Golfo di Policastro è una delle terre del mito e delle trasformazioni, dove, nel corso dei secoli, l’uomo ha imparato a conoscere e a conoscersi.
Qui si è sviluppata una delle più eccelse forme d’arte: il teatro. E poiché il teatro è un po’ casa mia, io, il dio delle metamorfosi, ve ne parlerò.
Il teatro è una componente essenziale della vita di voi mortali, perché avete bisogno di scappare, di fuggire da voi stessi, di sentirvi altro nei panni di un altro. Poi, dopo queste esperienze, ritornate voi stessi, e in voi stessi, più consapevoli della vostra umanità.
Voi uomini andate a teatro fin dall’età preistorica: il teatro è nato in voi e con voi, per rappresentare i vostri bisogni e le vostre azioni nobili e scellerate. Voi spettatori vi riconoscete negli attori, vi liberate dalla prigionia di un ruolo. Teatro e società vanno a braccetto, si sa: è la società che trasforma il teatro in base alle sue esigenze, ed è il teatro che modifica le coscienze dei singoli individui.
Andate a teatro per divertirvi, per incontrare un amico, per emozionarvi, per imparare ad emozionarvi: insomma, nessuno di voi è immune all’esperienza del teatro.
Cosa succede nei vostri cervelli, quando assistete ad uno spettacolo teatrale?
I neuroni captano la follia del teatro, la sua sublime e dissennata grandezza. Questa follia, chiamata mania telestica nella mia lingua, è ispirata da Dioniso, ed è un dono: voi avete bisogno di essa per purificarvi, per liberarvi dalle paure, dall’angoscia, dalla sofferenza, e per non rendere vana la vostra ragione.
La “divina follia” del teatro contrasta la melancholia, terribile malattia che si origina nella vostra anima quando, a detta di Ippocrate, “paura o depressione durano a lungo”. Il teatro ha attraversato i secoli con un “folle volo” che vi ha regalato intense sensazioni: si è trasformato, il teatro, con l’obiettivo di muovere le vostre coscienze. E ci riesce, perché vi trasforma, e con la sua follia combatte la vostra melancholia. Il teatro è folle e ambizioso e proteiforme, come voi uomini. Non ho ragione?
Ora devo andare, essere una parola non è facile: mi trasformo in un pesciolino del mare di Sapri: chi mi pescherà?
Angela D’Angelo
Articolo elaborato nell’ambito del progetto di Alternanza Scuola Lavoro a.s. 2016-2017 tra Liceo Classico Parmenide di Vallo della Lucania (SA) e l’associazione AUSS di Sapri (SA)