Un’antica romana, un viaggio nel sogno

Sapri

Una domenica mattina navigando in Internet e scorrendo spensieratamente quella che comunemente viene chiamata bacheca su facebook notai un’immagine che colpì immediatamente la mia attenzione: presentava un mare limpido immerso nel verde di una costa tutta mediterranea di idilliaca bellezza, “quel locus amoenus” tanto amato dai romani, descritto più volte da sommi poeti. Incuriosita iniziai a cercare delle notizie e venni a sapere che quello spettacolo si trovava proprio accanto a me nella regione Campania, ed era la meravigliosa costa della cittadina di Sapri situata nel Golfo di Policastro.

Continuando le mie ricerche scoprii che in realtà questo era anche un luogo denso di Storia Romana in quanto proprio lì fu costruita una imponente villa Marittima che in parte è ancora visibile. Pervasa da una grandissima curiosità decisi di visitare la bella cittadina di Sapri e fare una sosta a Policastro anch’esso centro di storia antica e medievale, così il pomeriggio stesso partii per questa esplorazione. Erano solo le 16.00 quando vi giunsi, si respirava un’aria pulita e leggera, l’odore del mare ottenebrava ogni mio superfluo pensiero e la brezza mi accarezzava dolcemente il volto. Prima decisi di passeggiare sul lungomare da cui era possibile scorgere all’orizzonte una parte della costa della Basilicata e la famosa statua del Cristo di Maratea. Giunta in località Santa Croce mi accinsi a visitare la Villa Marittima e il panorama mozzafiato spinse la mia passione per il disegno a rendersi manifesta, e così incominciai ad abbozzare il mio dipinto. Ad un tratto mi addormentai, la suggestione del luogo mi portò a sognare un qualcosa di assurdo ma sembrava tutto cosi reale! La Villa pullulava di vita, donne e uomini approfittavano delle terme ben costruite, altri banchettavano allegramente.

il supparum

Ciò che mi colpì maggiormente fu di sicuro il modo stravagante di vestirsi delle donne romane, ero a conoscenza del fatto che esse non godessero di una così grande importanza nella società ma il loro abbigliamento dimostrava il contrario. Una donna, che probabilmente era la matrona, nonché padrona di casa, indossava il “sùpparum” color porpora acceso, una tunica, cucita sui fianchi con i margini superiori chiusi con fibule o cammei, in modo da formare due false maniche lunghe fin quasi al gomito. Sopra a questo abito portava la “palla”, il classico mantello dalla tipica forma rettangolare indossato in svariati modi, che era invece di un giallo ocra tendente all’oro.

Probabilmente la donna si stava preparando per partecipare al banchetto, infatti aveva di fronte un’innumerevole quantità di oggetti utili per la toilettatura; mi incuriosiva molto assistere a questo evento: delle serve la truccavano, altre la pettinavano e lei se ne stava lì con aria quasi infastidita. Aveva un’acconciatura molto particolare con complicatissimi riccioli e due lunghe trecce disposte come torri sulla sommità della testa, il tutto addobbato con sfarzose spille dorate decorate con piccoli fiori. Per quanto riguarda il make-up sulla pelle della donna, di un candido pallore, gli occhi erano quelli che ottenevano maggiore risalto: le sopracciglia venivano scurite ed allungate con l’aiuto di un bastoncino sottile su cui veniva posto del carbone o mina di piombo; gli occhi venivano contornati con un composto speciale che poteva dare l’effetto di un kohl e con un pigmento verdastro.

Il mantello “palla”

La pelle veniva curata con creme speciali create da un mix di alimenti, come il latte ed il miele, mentre le labbra erano colorate di un rosso acceso. La donna inoltre si ricoprì di un fragrante profumo alle rose…ma…all’improvviso mi accorsi che tutto ciò era impossibile e mi risvegliai. Colma di gioia per il sogno appena fatto ritornai a passeggiare per le strette strade di Sapri, con la speranza di visitarla in modo più approfondito magari affittando una stanzetta in un hotel sul mare la prossima estate. E perché no, magari visiterò l’intera costa del Golfo di Policatro

Selene Del Duca

Articolo elaborato nell’ambito del progetto di Alternanza Scuola Lavoro a.s. 2016-2017 tra Liceo Classico Parmenide di Vallo della Lucania (SA) e l’associazione AUSS di Sapri (SA)

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