L’enigma dell’orecchio
La perfezione e la complessità dei nostri organi principali spesso non ci fanno pensare all’importanza di quelli più piccoli e che usiamo considerare meno rilevanti: come l’orecchio. Recenti scoperte hanno portato gli scienziati a rivalutare la funzione di questo piccolo apparato osseo, che è risultato straordinariamente rilevante per lo studio dell’evoluzione
dell’uomo. La sua struttura ce lo fa sembrare così semplice eppure nasconde la sua straordinaria perfezione e la sua raffinatezza. A noi tutti appare come nell’immagine (ndr). La sua suddivisione ci porta ad individuare gli Ossicini, che sono stati considerati fondamentali nell’evoluzione dell’uomo. Saranno proprio questi ossicini minuscoli a condurre gli scienziati per mano nello studio dell’evoluzione e dell’adattamento dell’essere umano nelle successive ere geologiche. I mutamenti di tale apparato osseo minuscolo hanno incuriosito tanto gli scienziati, che spesso riscontravano variazioni o evoluzioni di tale ossicino anche in specie diverse, tanto da portarli a studiare ampiamente il ruolo di tale osso e la funzione che esso ha avuto nelle varie specie viventi. Esso ha contribuito ampiamente allo sviluppo delle funzioni sensoriali umane. Inizialmente, infatti, parte dell’orecchio costituiva la mandibola ed evolvendosi in base alle esigenze dell’essere umano ha garantito all’uomo un maggiore adattamento alla natura circostante. L’ interesse degli scienziati li ha portati in Sudafrica , dove hanno individuato il fossile del primo antenato dell’essere umano, dal quale hanno condotto ricerche che hanno portato all’individuazione di diversi fossili di Ossicini umani, che precedentemente erano utilizzati dagli sciamani per predire il futuro. Non solo dal Sudafrica pervengono queste
diverse scoperte, in realtà proprio qui poco lontano da noi, in un golfo compreso tra tre regioni: Campania, Basilicata e Calabria; dove i nostri antenati erano soliti rifugiarsi provenendo da diversi luoghi e utilizzando i porti delle città del Golfo di Policastro, come Sapri, come approdi per le barche e luoghi di riposo. Il Golfo di Policastro comprende diversi paesi, che durante l’ era dell’ uomo di Neanderthal si sono caratterizzati come luoghi di ristoro e rifugi per coloro che vivevano di agricoltura e allevamento, distinguendosi per la loro straordinaria disposizione allo sviluppo agricolo e alla conservazione della vita umana. Tra i paesi compresi in questo Golfo vi sono Sapri, Maratea, Praia a Mare, Marina di Camerota, Scalea ed altri; tutti luoghi importantissimi per lo studio di questa era. In particolare presso i porti di questi paesi, come presso quello di Sapri sono state rinvenute le cosiddette ‘’Cammarelle’’, individuati da alcuni studiosi (ndr) come depositi della villa Marittima utili per il commercio ampiamente praticato presso il Golfo di Policastro. I luoghi che più hanno segnato la vita dell’uomo di Neanderthal sono state però le grotte che costellano il Golfo di Policastro, dove gli uomini neandertaliani hanno trovato rifugio dalle intemperie della natura. Tra queste vi sono le diverse grotte di Marina di Camerota e quelle di Palinuro, tra le quali la più importante è ‘’La Grotta delle ossa o preistorica’’,
evidenziata per gli importanti ritrovamenti ossei e fossili, in particolare dall’archeologo Fabio Martini, che ha portato alla luce importantissimi reperti che hanno permesso di classificare il Golfo di Policastro come luogo cardine della storia neandertaliana.
Queste grotte sono state fonti importantissime anche per le altre ere, come quella del Paleolitico Medio, nella quale la funzione delle grotte di questo territorio è stata la stessa, ed ha portato a comprendere l’importanza di queste zone per i nostri antenati e le loro più diverse abitudini.
Francesca Scola
Articolo elaborato nell’ambito del progetto di Alternanza Scuola Lavoro a.s. 2016-2017 tra Liceo Classico Parmenide di Vallo della Lucania (SA) e l’associazione AUSS di Sapri (SA)